Dermatologia pediatrica
​
Il neonato
Soprattutto se è il primo figlio, ogni piccolo problema dermatologico può sembrarci una tragedia. Nella maggior parte dei casi, come già detto, non è così: nel neonato infatti molte patologie cutanee sono addirittura autorisolutive!
​
La prima prova che ogni neo-mamma deve affrontare è la medicazione del moncone ombelicale: serviranno garze sterili in tnt, soluzione fisiologica sterile e acqua ossigenata 10 volumi, unite a una buona dose di pazienza. L’esecuzione è semplice: bisogna alzare con delicatezza il moncone ombelicale, in modo da scoprire le pieghe nella cute circostante, dove potrebbe ristagnare umidità, pulire con una garza inumidita con soluzione fisiologica cercando di rimuovere gentilmente le eventuali secrezioni o incrostazioni e asciugare bene con un’altra garza pulita. La medicazione va ripetuta più volte al giorno e in tutti i casi in cui la parte venga accidentalmente bagnata. Quando il moncone sarà spontaneamente caduto, sarà sufficiente lasciar cadere più volte al giorno qualche goccia di acqua ossigenata all’interno dell’ombelico e asciugare con una garza pulita per circa una settimana (o comunque fino a quando l’acqua ossigenata non farà più le bolle a contatto con la pelle, segno che questa si è completamente rimarginata).
​
E ora sarà finalmente arrivato il momento del tanto atteso primo bagnetto! Questo dovrà essere preparato con piccole quantità di detergente liquido senza profumo, a pH neutro o debolmente acido, e a base di tensioattivi deboli, evitando quindi il Sodium Lauryl Sulfate e il Sodium Laureth Sulfate (controllate sempre l’etichetta!). È fondamentale che i bagnetti siano brevi, con acqua tiepida e non troppo frequenti. Altrettanto importante è asciugare con un asciugamano di cotone morbido tamponando e non strofinando.
Bisognerà prestare attenzione ad asciugare bene tutto il corpo, senza trascurare le pieghe non solo dell’inguine, ma anche del collo, delle ascelle e delle gambe, per evitare che restino aree umide; evitate però di usare la polvere di talco, che potrebbe essere facilmente inalata! In caso di secchezza cutanea, potrà poi essere applicata una crema idratante, sempre senza profumo e ovviamente nichel tested < 0,00001%.
A ogni cambio pannolino è consigliabile risciacquare il culetto del neonato con acqua corrente, usando il detergente solo un paio di volte al giorno e ogni qual volta troviamo feci nel pannolino. Fondamentale è poi asciugare sempre bene tamponando per evitare l’insorgenza di fastidiose dermatiti. In caso di blande irritazioni transitorie, è consigliabile applicare una pasta all’ossido di zinco. Per eritemi persistenti è invece opportuna una visita specialistica.
Oltre la dermatite da pannolino, possibili piccoli problemi dermatologici che possono frequentemente colpire il neonato sono:
​
Desquamazione
Può manifestarsi nelle prime 24-36 ore dal parto ed è fisiologica. Se congenita, cioè presente già dalla nascita, e/o particolarmente intensa, può indicare post-maturità (nascita dopo la 42^ settimana) o, in rari casi, ittiosi.
​
Eritema tossico
Può insorgere tra i primi 3 e 10 giorni di vita con macule rosse seguite da minute papulo-pustole. L’eruzione interessa tutto il corpo, ma la parte più colpita è solitamente il tronco. Si risolve spontaneamente in qualche settimana.
​
Crosta lattea
Si presenta con squame giallastre adese al cuoio capelluto. Bisogna evitare di grattarle via e piuttosto applicare emollienti specifici, utili anche per lenire l’eventuale lieve prurito che può causare. Non c’è da preoccuparsi: la crosta lattea è comunque destinata alla risoluzione spontanea nell’arco di alcune settimane.
​
Grani di miglio
Sono piccolissime cisti bianche delle dimensioni di una capocchia di spillo che contengono materiale cheratinico localizzate per lo più al volto. Non cercate di schiacciarle: non uscirebbe nulla e la procedura non farebbe altro che traumatizzare la cute delicata del vostro piccolo! Solitamente, i grani di miglio scompaiono da soli nelle prime settimane o mesi di vita.
Miliaria:
È un’eruzione composta da piccolissimi elementi vescicolari su base più o meno eritematosa, dovuta all’occlusione dei dotti sudoripari eccrini ancora immaturi. Come prevedibile, il principale fattore in grado di favorire la miliaria è il calore, quindi è importante evitare che il neonato sudi: per prevenire questa fastidiosa eruzione, ricordiamoci di tenere il nostro bimbo lontano dai posti eccessivamente caldi o dai vestiti troppo pesanti! Se ormai è già troppo tardi, sarà sufficiente cercare di tenere la cute del neonato il più asciutta possibile, evitando di applicare creme e unguenti che potrebbero occludere ulteriormente i pori, vestendolo con indumenti leggeri, traspiranti e non trattati ed eventualmente aggiungendo un cucchiaino di amido di riso al bagnetto fino alla risoluzione della dermatite.
​
Acne
L’acne non colpisce solo gli adolescenti! Alcune volte, comedoni, papule e pustule possono interessare anche il delicato volto del neonato. La causa sono gli ormoni materni che per qualche tempo restano nel circolo sanguigno del piccolo: per questo motivo l’acne neonatale esordisce alla nascita o al più qualche giorno dopo. La risoluzione è spontanea nell’arco di alcune settimane.
​
Pustolosi cefalica benigna
Difficilmente distinguibile dall’acne da un occhio non esperto, la pustolosi cefalica benigna è un’eruzione costituita da minuscole papule e pustole con alone eritematoso che colpisce il volto e talvolta anche il collo e la parte superiore del tronco nelle prime 3 settimane di vita. L’agente responsabile è il fungo Malassezia, un residente normale della cute. Anche questa volta, la risoluzione è spontanea nella maggioranza dei casi.
​
Macchie caffelatte
Sono chiazze ovalari di colore marrone chiaro, di dimensioni e numero variabile. Di per sè, non sono pericolose, ma se sono più di 5 e/o di dimensione maggiore di mezzo centimetro di diametro, necessitano di attenzione medica in quanto potrebbero essere spia di una rara malattia genetica, la neurofibromatosi.
​
Emangiomi infantili
Sono tumori benigni derivanti dalla proliferazione dell’endotelio dei vasi sanguigni. Colpiscono più frequentemente le femmine e i prematuri. Si manifestano come papule o noduli rossi e compaiono nelle prime settimane di vita. Presentano una caratteristica evoluzione in 3 fasi: la prima fase, detta proliferativa, ha una durata di circa 6 mesi e vede una rapida crescita dell’emangioma; nella seconda fase, detta involutiva, che può durare da 1 a 5 anni, si assiste al rammollimento, scolorimento e riduzione di volume della lesione; infine a 5-10 anni si verifica la regressione completa, che corrisponde alla terza e ultima fase, quella involuta. Queste lesioni tendono quindi a regredire spontaneamente nel corso degli anni ma, se di grandi dimensioni, possono lasciare esiti atrofici e residui di cute lassa. Per questo motivo, è importante una visita specialistica: l’eventuale terapia precoce può migliorare notevolmente il risultato estetico. La valutazione medica è particolarmente indicata in caso di emangiomi perioculari, periorali, dell’orecchio, laringei, anogenitali e lombosacrali, per i possibili problemi funzionali che la loro crescita potrebbe comportare.
​
Malformazioni capillari
A differenza degli emangiomi infantili, le malformazioni capillari sono congenite, cioè presenti alla nascita. Possono essere transitorie e scomparire spontaneamente senza esiti nell’arco del primo anno d’età, come la salmon patch, o essere permanenti, come la port-wine stain.
La prima si presenta come una chiazza di colore roseo-rosso a margini sfumati sulla linea mediana, la seconda ha colore rosso-violaceo, margini netti e interessa soprattutto il volto, con distribuzione asimmetrica metamerica. Quest’ultima può raramente sottendere quadri sindromici, quindi merita un approfondimento specialistico.
​
Granuloma ombelicale
È un nodulo roseo che sanguina facilmente localizzato sul sito del residuo del moncone ombelicale e derivante da una sua guarigione inadeguata. La prognosi è buona, ma è necessaria una terapia topica.
La cute del neonato ci parla e noi dobbiamo ascoltarla con serenità e pazienza: a volte ci racconta storie di naturale e fisiologica evoluzione, altre ci ammonisce su una nostra gestione scorretta (troppi lavaggi, detergenti aggressivi, tessuti non adeguati…), altre ancora, molto più rare, è specchio di condizioni patologiche che necessitano di un approfondimento specialistico.
Il bambino
I bambini, curiosi per natura, toccano tutto, spesso camminano a piedi scalzi e raramente rispettano le misure igieniche che osserviamo noi adulti. Questo, unitamente a un sistema immunitario ancora in fase di maturazione, rende più facili le infezioni virali come le verruche e i molluschi contagiosi, batteriche come l’impetigine, e fungine come la tinea. La promiscuità degli ambienti scolastici, inoltre, crea le condizioni ideali per il diffondersi delle malattie parassitarie come la pediculosi del capo ed esantematiche, come la scarlattina, la quarta, quinta e sesta malattia e la malattia mani-piedi-bocca (fortunatamente, morbillo, rosolia e varicella sono divenute ormai molto rare dopo l’avvento dei vaccini). Per gli stessi motivi, sono comuni anche gli esantemi post-infettivi, come la pitiriasi rosea di Gilbert, la sindrome di Gianotti-Crosti o l’esantema periflessurale asimmetrico (APEC).
A quale bimbo non piace stare all’aria aperta? Non è un caso che quando pensiamo alla fanciullezza la mente ci rimandi facilmente a un’immagine di giochi spensierati in un parco! Il sole, oltre ad aumentare la sintesi di vitamina D, fondamentale per lo sviluppo osteoscheletrico e immunitario, è anche fonte di giovamento per patologie infiammatorie cutanee come la dermatite atopica e la psoriasi. La natura però, a volte, può celare delle piccole insidie: questo è il caso dello strofulo, delle fitofotodermatiti e del morbo di Lyme.
La cute del bambino può infine essere specchio di allergie o intolleranze alimentari: per esempio, la dermatite erpetiforme di Duhring è la manifestazione cutanea della celiachia. In questo caso, la diagnosi precoce è importante!
La visita dermatologica pediatrica può aiutare a comprendere le cause del problema per combatterle alla radice e nel modo più naturale possibile, riservando le terapie più invasive solo ai casi più gravi: talvolta, il tempo è la migliore medicina.
​