Tintarella sicura in 6 mosse
Il Sole è vita: senza la sua energia, la Terra non sarebbe altro che una roccia ghiacciata buia e desolata. Oltre a garantire lo stato liquido dell’acqua, una temperatura adeguata alla vita e il processo di fotosintesi clorofilliana, la luce solare esercita effetti diretti anche sulla salute del nostro organismo: permette la sintesi della vitamina D, fondamentale per l’apparato muscolo-scheletrico e per il sistema immunitario e, non da meno, apporta una sensazione di benessere psicologico. Il sole è quindi un nostro prezioso alleato, ma con un’esposizione scorretta può trasformarsi in un pericoloso nemico, favorendo l’insorgenza di tumori cutanei e inestetismi. Insomma, è come un conoscente simpatico e scherzoso che però rimane tale solo se non si va oltre qualche sporadico aperitivo in compagnia!
L’energia solare giunge al nostro pianeta sotto forma di onde elettromagnetiche con diverse frequenze corrispondenti a differenti energie: dalle onde radio ai raggi cosmici; tra questi estremi si trovano i raggi UV, che sono resposabili degli effetti del sole sulla nostra pelle. I raggi UV si dividono a loro volta in UVA, UVB e UVC, ma solo i primi due riescono a raggiugere la crosta terrestre: gli UVC vengono infatti bloccati dallo strato di ozono che avvolge il nostro pianeta.
Gli UVA rappresentano ben il 95% dei raggi UV che giungono sulla superficie terrestre, sono in grado di penetrare in profondità nella pelle (fino al derma), non vengono bloccati dalle nuvole o dai vetri e non hanno grosse variazioni stagionali. Gli UVB, che sono il restante 5% dei raggi UV, hanno più energia degli UVA (sono infatti responsabili delle scottature), ma sono meno penetranti: si fermano all’epidermide e vengono facilmente bloccati dal vetro, risentono delle condizioni meteo (vengono filtrati dalle nuvole), dell’orario e della stagione (sono più forti in estate dalle 10:00 alle 16:00). Sia UVA che UVB sono inoltre amplificati da altitudine (aumento del 10% ogni 1000 metri), bassa latitudine (per esempio i tropici) e presenza di superfici riflettenti come sabbia, neve o specchi d’acqua. Questi sono tutti fattori di cui dovremo tenere conto per evitare brutte sorprese.
Ma ecco i 6 ingredienti per una tintarella in tutta sicurezza:
Check up dermatologico
Prima dell’esposizione solare è opportuno sottoporsi a una visita dermatologica, non solo per lo screening di eventuali tumori cutanei, ma anche per prevenire eritemi, macchie, discromie e massimizzare le possibilità di ottenere quel bel colorito uniforme che tutti vorremmo sfoggiare.
Preparare la pelle al sole
No, non sto parlando dei lettini solari UVA tanto diffusi negli anni ‘90! Nonostante l’opinione comune, le lampade dei solarium non servono a proteggere la pelle preparandola al sole, anzi, il loro utilizzo a lungo termine è stato associato a un notevole aumento dei tumori cutanei, nonché a fotoinvecchiamento precoce.
Il vero modo per proteggere la nostra pelle è invece fare il pieno di antiossidanti consumando ampi quantitativi di frutta e verdura e perché no, aiutandosi con dei prodotti nutraceutici specifici (sempre e solo su consiglio medico!). Le sostanze che si sono dimostrate più efficaci sono l’estratto di Polypodium leucotomos, il β-carotene e la nicotinamide (che, nonostante l’assonanza, non ha nulla a che fare con la nicotina contenuta nel tabacco!). Queste favoriscono una naturale fotoprotezione sistemica riducendo la soglia eritemigena. Attenzione però, vanno sempre associate alla tradizionale fotoprotezione topica (crema solare, indumenti protettivi…), pena la scottatura!
Applicare la crema solare
“Ma con la crema non mi abbronzo”, penserà qualcuno. Sarebbe più corretto dire: ”Con la crema non mi scotto”: ci si abbronza lo stesso, solo un po’ più lentamente ma in maniera decisamente più uniforme e duratura.
Qualcun altro potrebbe obiettare che mettere la crema sia un’attività tutt’altro che piacevole: “la crema è unta, difficile da stendere, fa sudare e lascia il bianco sulla pelle”. Queste sono tutte caratteristiche appartenenti alle vecchie protezioni solari, quegli insopportabili flaconi con i quali ci rincorreva nostra madre in spiaggia quando eravamo bambini. Oggi il concetto di fotoprotettore si è notevolmente evoluto: ne esistono per tutti i gusti, olii, mousse, latti, spray, creme leggere, ricche, colorate, opacizzanti, anti-age, uniformanti e chi più ne ha più ne metta. Ora la cosa difficile è diventata proprio il districarsi in questa fitta selva di possibilità. Il dermatologo saprà consigliare la fotoprotezione più adeguata alle caratteristiche intrinseche della pelle, senza trascurare le preferenze cosmetiche del paziente.
Non bisogna inoltre dimenticarsi che, qualunque prodotto si scelga, dev’essere riapplicato ogni 2 ore e dopo ogni bagno per mantenere l’efficienza protettiva!
Mantenersi idratati
Che bella sensazione lasciarsi lambire dal caldo abbraccio dei raggi solari, almeno fino a quando non si comincia a sudare troppo! Una sudorazione abbondante, oltre a essere fastidiosa, rappresenta per il nostro organismo una rapida perdita di acqua e sali, con conseguenze negative quali spossatezza e crampi muscolari. D’altra parte, la sudorazione è uno dei meccanismi di termoregolazione, la nostra difesa contro il caldo eccessivo: sudare infatti ci protegge dall’innalzamento della temperatura corporea responsabile del pericoloso colpo di calore.
Indossare occhiali da sole e indumenti protettivi
Anche gli occhi risentono degli effetti dei raggi UV che, nel tempo, possono portare all’insorgenza di diverse malattie oculari. Qui non possiamo certo intervenire con i filtri solari, ma possiamo difenderci (sin dall’infanzia!) utilizzando occhiali da sole dotati di adeguate lenti protettive rigorosamente a marchio CE.
Nelle situazioni ad alto rischio (come tropici, alta montagna, barca, bambini piccoli…) è opportuno, oltre all’applicazione della crema solare, indossare anche capi di abbigliamento anti-UV. Questi indumenti, ormai molto diffusi sul mercato e facilmente reperibili nella grande distribuzione, sono costituiti da tessuti tecnici in grado di filtrare i raggi UV. In questo caso, invece di SPF (riferito solo agli UVB), si parlerà di UPF (Ultraviolet Protection Factor), che riguarda la capacità filtrante della totalità dei raggi UV. Però attenzione all’etichetta! È buona norma scegliere capi testati secondo lo standard UV 801, che garantisce la funzionalità dei tessuti anche dopo l’uso prolungato e il lavaggio. L’indumento che non può mancare è senz’altro il cappello, meglio se a tesa larga, con conseguente protezione di volto e nuca, fodamentale per prevenire il colpo di sole.
Doposole
Applicare un prodotto indratante e lenitivo dopo l’esposizione solare non è solo una coccola per la nostra pelle, ma è anche importante per mantanere un’abbronzatura uniforme più a lungo, evitando fastidiose desquamazioni.
E ricorda, non fidarti delle leggende metropolitane, rivolgiti al dermatologo!